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Se governati e gestiti in maniera efficace e coordinata, i flussi migratori possono costituire un importante asset per le economie dei territori. Il fenomeno interessa l'intera penisola italiana, seppur in modo ineguale, in relazione al diverso grado di ricchezza, alle opportunità di lavoro e alle caratteristiche regionali. Innestandosi su una realtà economicamente più debole e socialmente più disagiata, come quella meridionale, le problematicità ordinariamente connesse al governo dell'immigrazione rischiano di compromettere la coesione sociale. In tal senso, la partecipazione della società civile attraverso le organizzazioni non profit aiuta ad impedire che la cultura del diverso si diffonda, trasformandosi in vere e proprie "barriere all'ingresso" per gli stranieri. Occorre dare maggiore importanza ai processi di integrazione, che, nel rispetto della dignità fisica e morale degli immigrati, costituiscono lo strumento necessario per creare valore nel tessuto socio-economico del territorio. Partendo da tali premesse, l'Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno analizza la realtà dell'immigrazione attraverso una prospettiva multidisciplinare, avvalendosi anche di un'indagine empirica incentrata sul ruolo del terzo settore, con interviste dirette a un campione di organizzazioni non profit campane. L'obiettivo finale della ricerca è comprendere quale contributo gli stranieri possono apportare alla dinamica socio-economica meridionale e nazionale.